Michael Pollan · Piante che cambiano la mente

Le droghe sono parte della cultura e della storia umana, o sono devianze da estirpare? L’unico modo per saperlo è provarle, ma scoprendone la loro origine ed il loro uso nel contempo.

In tre storie dedicate all’oppio, alla caffeina ed alla mescalina, Michael Pollan ci porta in un viaggio (ovvia ironia) storico e contemporaneo dedicato a queste tre sostanze: cosa fanno, come erano e sono percepite oggi nel mondo «occidentale» (soprattutto in USA), quale il loro possibile uso e futuro.

Il libro è costruito in tre parti, ognuna dedicata ad una sostanza e costruita come se fosse una lunga inchiesta giornalistica (ed in parte è stata la prima forma di questo libro, infatti). È interessante notare come cambi il tono tra il racconto più vecchio, quello sull’oppio, ed i successivi. Il primo è infatti stato scritto mentre gli Stati Uniti erano nel pieno della loro guerra alla droga, con pene severissime e misure draconiane, e l’ansia dell’autore si fa sentire anche in chi legge. Per fortuna le due parti successive sono molto più rilassate ed anche più piacevoli da leggere.

In definitiva un libro interessante per le informazioni e le storie che ci fa arrivare e piacevole da leggere per come è narrato a modo di articolo del New Yorker. Rimane solo il dubbio che avrebbe potuto far arrivare le stesse nozioni in maniera molto più sintetica, facendoci «perdere» meno tempo. Se voglio delle «emozioni» dalla lettura mi rivolgo ad altri tipi di letteratura.

[Adelphi · 293 pagine · isbn 9788845937194]

Abir Mukherjee · Fumo e cenere

In India, durante il dominio coloniale e proprio all’inizio della protesta non violenta di Gandhi, iniziano a verificarsi una serie di omicidi tra loro legati dalla modalità, ma che per il resto non sembrano avere altri punti in comune. Il primo di questi omicidi viene visto quasi in diretta dal capitano Sam Wyndham, inglese della polizia di Calcutta, mentre indugia in un suo «passatempo» di sicuro poco adatto ad un poliziotto: fumare oppio, verso cui ha sviluppato una dipendenza.

Caso vuole che sarà proprio il capitano Wyndham ad essere chiamato ad investigare sugli omicidi, insieme al suo collega indiano. L’indagine sarà complicata, oltre che dalla dipendenza del protagonista, anche dalle crescenti tensioni tra indiani ed inglesi e dall’interessamento non proprio favorevole della polizia militare britannica.

Leggere Fumo e cenere presenta tutti i tratti più classici che rendono piacevole un giallo/thriller: quel coinvolgimento che ti fa leggere sempre un capitolo in più, anche quando dovresti dormire perché la mattina si avvicina. Rimane comunque un romanzo piacevole, ma niente di più. Anche l’ambientazione storica è interessante ma, almeno per quello che mi riguarda, non ha aggiunto grandi informazioni a ciò che già sapevo (abbastanza poco) su quel periodo storico in India.

[Feltrinelli · 296 pagine · isbn 9788807896491]

Merlin Sheldrake · L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi

Al di là del loro più conosciuto aspetto mangereccio, i funghi sono una forma di vita molto complessa, difficile da studiare e spesso sia negletta che incompresa.

Tuttavia il regno dei fungi (che comprende anche le muffe) è onnipresente e vastissimo, e gli studiosi stanno ancora cercando di comprenderne esattamente il funzionamento, l’estensione e, soprattutto gli effetti sul resto del pianeta. Scrivo «pianeta» perché i funghi sembrano fare davvero un po’ di tutto: decomporre o trasformare materiale sia organico che inorganico, interagire con le piante, fino ad arrivare a governare il comportamento degli animali od avere effetti sulla mente umana.

In questo libro Sheldrake ci porta a spasso alla scoperta di questo regno. Partendo da quello che sappiamo sulla biologia dei funghi, l’autore ci racconta il nostro rapporto con essi, dalle droghe agli studi su come sfruttarli per il riciclo di sostanze inquinanti, il rapporto che hanno con le altre piante o animali, fino ad affrontare aspetti ancora misteriosi sul loro funzionamento, come ad esempio la trasmissione di informazioni che sembra avvenire in questi organismi.

È un bell’escursus, molto interessante a mio parere, scritto in maniera coinvolgente ed accessibile. Mi affascinano questi libri che trattano della vita in qualche aspetto (qui una mia precedente lettura sul tema), dovrò sicuramente continuare a cercare altri testi sul tema.

[Marsilio · 377 pagine · isbn 9788897896491]

Murakami Haruki · Sonno

Mah. Boh.

[Einaudi · 88 pagine · isbn 9788806223649]

Thomas De Quincey · Confessions of an English Opium-Eater

Per introdurre questo libro lasciatemi partire segnalando Standard Ebooks, un sito che raccoglie ebook di pubblico dominio che sono stati curati e «sistemati» (dal punto di vista dell’impaginazione, tipografia e non solo) da esseri umani. Così si presentano:

Standard Ebooks is a volunteer-driven project that produces new editions of public domain ebooks that are lovingly formatted, open source, free of U.S. copyright restrictions, and free of cost.

Gli ebook sono tutti in inglese, così per la curiosità di provare il servizio ed al contempo verificare anche la mia capacità di comprensione dell’inglese, magari in forme non del tutte contemporanee, ho deciso di scaricare e leggere uno dei libri classificati come più difficili su Standard Ebooks. Eccomi quindi qui a scrivere delle Le confessioni di un mangiatore d’oppio, come lo conosciamo noi in Italia.

Il libro è d’interesse relativo al giorno d’oggi, secondo me. Dell’oppio sappiamo molte più cose rispetto all’inizio del XIX secolo, quando questo libro è stato scritto, per cui non è certamente un testo che oggi possa sconvolgerci come probabilmente fece all’epoca. Essendo probabilmente il primo libro in cui venivano descritti in maniera esplicita gli effetti della droga sul corpo umano, sicuramente la sua importanza è stata molto maggiore in passato.

Rimane abbastanza interessante invece il racconto di alcuni aspetti della vita in Inghilterra ed a Londra in quel periodo, soprattutto visto dal livello di una persona povera e che vive di espedienti.

In definitiva non mi viene da consigliarlo a nessuno. Non perché sia scritto male o non sia stato importante, ma perché importante non lo è più, e dell’ampollosità della scrittura ottocentesca se ne può fare a meno, se non ce lo ordina il dottore.

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Ta-Nehisi Coates · Tra me e il mondo

Scritto come una lettera indirizzata al figlio, questo libro autobiografico racconta la vita di una persona nera negli Stati Uniti dalla fine degli anni ‘80 ad oggi, partendo dai ghetti e dalla violenza di Baltimora, che l’autore ha sperimentato direttamente durante la sua gioventù. È un resoconto di come vivono le persone nere negli USA, dal punto di vista sia materiale che psicologico.

Tutto il testo è continuamente intriso della paura e del rischio che i neri americani sperimentano di essere sempre in pericolo per la propria vita (per «il proprio corpo», come lo scrive l’autore). Vita la cui colpa per la perdita ricadrà sempre e comunque sulla vittima, qualunque cosa succeda.

Ma tu sei un bambino nero, e devi essere responsabile del tuo corpo in un modo che altri bambini non potranno mai sapere. In realtà, tu devi essere responsabile per le peggiori azioni di altri corpi neri, che, in qualche modo, ti saranno sempre addebitate. E devi essere responsabile per i corpi dei potenti, dei poliziotti che ti colpiscono con il manganello, e subito adducono come scusa i tuoi movimenti furtivi. E questo non riguarda soltanto te: le donne devono essere responsabili dei propri corpi in modi che non ti sarà mai dato sapere.

Uno degli obiettivi del libro è dimostrare come il razzismo americano sia parte fondamentale e fondante del cosiddetto «Sogno Americano», ad esso talmente interconnesso da non poter essere separato. Il Sogno Americano, sembra far capire l’autore, è essenzialmente un insieme di ignoranza per la storia e per il presente della propria nazione, una fantasia costruita dagli americani privilegiati per auto-convincersi della bontà del loro stato.

È rimanendo ancorati a questa fantasia di simil-perfezione che la società non migliora. Un po’ come quando tutti si slanciano in «thoughts and prayers» dopo un fatto di sangue, ma poi rimane tutto uguale a prima, nella convinzione che le cose stiano in realtà sempre migliorando. Secondo Coates questa idea di progresso è solo un concetto idealizzato dei «sognatori» non supportato da fatti.

Forse era, e rimane questa la speranza del movimento: risvegliare i Sognatori, far loro prendere coscienza del loro bisogno di essere bianchi, di parlare come bianchi, di pensare come bianchi di essere superiori ai difetti normali dell’umanità, e di come questo loro bisogno abbia avuto un impatto sul mondo.

Risvegliarli sarebbe come rivelare loro che sono soltanto un impero di umani, costruito sulla distruzione dei corpi.

Credo sia un libro molto importante per capire l’America contemporanea, anche scritto in maniera molto coinvolgente e scorrevole.

[Codice · ebook · 208 pagine · isbn 9788875786366]

Sergio Luzzatto · Giù in mezzo agli uomini. Vita e morte di Guido Rossa

Operaio piemontese trapiantato in Liguria, Guido Rossa fu ucciso dalle brigate Rosse il 24 gennaio 1979. Sindacalista della CGIL, nonché alpino, fotografo e tante altre cose, Rossa fu assassinato come punizione per aver denunciato un brigatista all’interno dell’Italsider, fabbrica in cui anche Rossa lavorava. L’episodio è considerato come l’inizio della fine per le BR, che a causa di questa azione iniziano a perdere il consenso da parte delle fasce lavoratrici che le sostenevano in qualche maniera.

Questo libro è una biografia dedicata a Guido Rossa, e ne traccia la vita a partire dalle povere origini passando per tutti gli avvenimenti più importanti. Dal privato alle molte passioni (era un alpinista affermato e di successo), fino all’attività lavorativa e sindacale, che lo portarono poi a fare delle scelte che ebbero tragiche conseguenze.

Il ritratto che ci fa l’autore di Guido è quello di una persona che pur provenendo da una estrazione sociale molto povera (all’epoca si sarebbe detto «classe sociale»), cercò con sincerità, con errori e con successi, di fare quello che gli piaceva e che credeva fosse giusto, rompendo anche alcune barriere, come quella che relegava l’alpinismo ad una attività riservata alle élite. La rettitudine morale credo sia uno degli elementi che traspare parecchio dal testo, e questa stessa rettitudine gli fece andare incontro all’epilogo pur comprendendo benissimo i rischi che correva.

Una storia che merita di essere raccontata e letta. Non solo per quello che in qualche modo può essere considerato l’insegnamento morale di fondo, ma anche perché ovviamente è una importante pagina della storia contemporanea.

[Einaudi · 256 pagine · isbn 9788806250263]

Stephen Hawking, Leonard Mlodinow · Il grande disegno

Sono colpevole di scrivere questa recensione con grande ritardo, per cui mi scuso già da ora per le mie imprecisioni (più delle solite, almeno) o per i ricordi vaghi e sbagliati. Vado molto a memoria, tuttavia c’è chi dice che il vero valore di un libro sia ciò che ti ricordi di esso quando l’hai ormai dimenticato, quindi da questo punto di vista il mio ritardo potrebbe essere un vantaggio.

Non mi avventuro, inoltre, nella presentazione degli autori: Hawking non credo abbia bisogno di presentazioni, mentre di Leonard Mlodinow è sicuramente più prodiga d’informazioni la quarta di copertina che la mia conoscenza (per non parlare della Wikipedia).

Ne Il grande disegno, gli autori ci portano a passeggio per l’universo (non solo il nostro) e per le regole che lo governano. Ci viene spiegato quali sono queste regole, come si è arrivati a scoprirle e che cosa ci è ancora oscuro. Ci sono le leggi che governano il nostro mondo di tutti i giorni, di cui abbiamo esperienza diretta come esseri umani; ci sono quelle che governano le scale piccolissime, che sono per molti versi sorprendenti ed all’apparenza contro intuitive, almeno rispetto al nostro sentire.

L’obiettivo finale del libro è esporre in in modo il più possibile accessibile (ma su questo dirò altro nel seguito) una teoria su come abbia avuto origine l’universo e sul perché le leggi che lo governano sono quelle che sono. Ma potremmo anche dire sul perché queste leggi non possano essere altre che quelle che sono, sulla loro inevitabilità, insomma.

È decisamente una lettura interessante e stimolante. Del resto chi non vorrebbe sapere perché le cose sono come sono e cosa è successo all’inizio per far sì che diventassero così. La critica si è prodigata dopo l’uscita del libro a discutere se la teoria di Hawking e Mlodinow escluda od includa l’esistenza di Dio (uno o più?). Personalmente direi che questa discussione non è assolutamente di interesse allo scopo di questo libro, che è di raccontare ciò che ci dice la scienza e la ricerca scientifica. Chiedere a due fisici di parlarci di Dio, secondo me, è come chiedere al fruttivendolo di parlarci di epidemiologia (ops!).

Il grande disegno è un libro snello nella sua forma, sono solo 171 pagine, ma molto denso di concetti ed informazioni. Per quanto queste siano spiegate nel modo da renderle il più facilmente comprensibili ad un’ampia fascia di persone, sicuramente una base di matematica e fisica può aiutare nella comprensione, o quanto meno in una comprensione più profonda. Come dicevo è stato fatto credo un buon lavoro nel rendere comprensibili a tanti i concetti esposti, ma un minimo di conoscenza in più (anche solo di livello liceale, direi) è sicuramente d’aiuto.

[Mondadori · 171 pagine · isbn 9788804671916]

ilPost · Cose, spiegate bene. A proposito di libri

Un libro dedicato ai feticisti dei libri. Non solo dal punto di vista dell’oggetto fisico (o digitale, per ebook ed audiolibri), ma anche economico, culturale e redazionale.

«A proposito di libri» è un libro-rivista nato dalle penne della redazione de «ilPost», testata di informazione online, con la collaborazione della casa editrice Iperborea. Raccoglie una serie di articoli, mini-saggi ed opinioni di scrittori, tutti incentrati sull’arte, l’artigianato e l’industria libraria, soprattutto italiana.

Durante la lettura scopriremo quindi come si scovano gli autori, come si scrive un libro, chi sono editor, traduttori e tutti gli altri, fino ad arrivare alla scelta della carta, del carattere di stampa e della copertina. O forse tutte queste cose al contrario: è veramente un cerchio che si chiude su tutto quello che riguarda un libro in Italia. Ah, e senza dimenticare librerie, classifiche…

Interessante lettura che apre molti sguardi su aspetti sconosciuti ai più, me compreso. Magari non si potrà andare più di tanto in profondità su tutti gli aspetti (immagino ci sarebbe da dire molto di più), anche a costo forse di qualche piccola inesattezza, però è davvero utile per rendersi conto di c’è dietro, cosa fa, come ed in quali condizioni.

Uno «spiegone» (su questo ed altri temi) che sarebbe davvero utile a molti criticoni, se avessero mai l’umiltà di voler imparare.

[Iperborea · 238 pagine · isbn 9788870919769]

Ken Follett · I pilastri della terra

Fumettone ambientato nell’Inghilterra del dodicesimo secolo, tra conventi, città fortificate e guerre tra re e pretendenti tali. Il filo conduttore di tutta la vicenda è la costruzione di una nuova cattedrale per il priorato di Kingsbridge: una impresa titanica che si scontrerà con gli avvenimenti della storia, ma soprattutto con le macchinazioni di nemici ed interessi avversi.

È un classico libro costruito per renderti difficile interrompere la lettura, e direi che ci riesca bene. Questo nonostante i momenti didascalici ed i «riassunti» periodici camuffati da elucubrazioni mentali di questo o quel personaggio. Tanti sono i fili della trama che si formano nelle più di mille pagine del romanzo, e bisogna dare credito a Follet di averli saputi mantenere della lunghezza giusta: non tutti si concludono alla fine del libro, ma mi è sembrato ci fosse un bel ritmo tra storie maggiori e minori.

Un’altra cosa che ho apprezzato, a differenza di altri libri con costruzioni simili, è stato il fatto che non mi sia stata data la possibilità di avere uno o più fili conduttori «preferiti». Quando si creano dei preferiti, le parti di romanzo che non li trattano spesso si trasformano in poco più che «scocciature», e si leggono non aspettando altro di poter tornare a ciò che interessa maggiormente. Ne I pilastri della terra non è stato così, almeno per me, e questo ha eliminato uno degli aspetti che più mi infastidisce in romanzi di questo tipo.

Per quello che riguarda l’ambientazione storica, il lavoro fatto per immergere il lettore mi è sembrato sufficiente. Non nel senso che non ci si riesca ad immedesimare, ma solo che Follet a mio parere ha messo giusto il necessario per rendere credibile e coinvolgente l’ambientazione, senza spingersi troppo in là nella ricostruzione. L’impressione è che abbia dato più importanza alla storia, e del resto (non sono un esperto) è probabilmente quella che rende un successo un libro come questo. L’ambientazione «storica» aiuta, ma basta che si intraveda.

Alla fine è stata una lettura piacevole, perfetta se ci si vuole svagare e staccare un po’.

[Mondadori · ebook · 1049 pagine · isbn 9788852022166]

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