Mah. Boh.
[Einaudi · 88 pagine · isbn 9788806223649]
Mah. Boh.
[Einaudi · 88 pagine · isbn 9788806223649]
Simpatico libro che spiega l’Ikigai ed i suoi cinque pilastri (vedi ad esempio l’elenco sulla Wikipedia), raccontandolo attraverso episodi e situazioni della vita quotidiana in Giappone. Non si addentra in spiegazioni super-approfondite su che cosa sia l’Ikigai, anche perché è in definitiva un modo per trovare una propria «ragione di vita», e quindi è per definizione personale, almeno nel modo in cui si declina in pratica.
Forse alle volte è un libro che pecca in eccessiva idealizzazione, e racconta i giapponesi in una luce sempre un po’ troppo positiva ed acritica, ma comunque rimane una breve lettura piacevole, con alcune storie simpatiche.
[Einaudi · 176 pagine · isbn 9788806237387]
Quando ho letto fantascienza l’ultima volta? Mesi fa? Anni? Sono stato un avido consumatore del genere, poi un po’ mi è passata la smania mentre andavo alla scoperta di altri lidi. È stato piacevole tornare «a casa» con un libro che racchiude diversi interessanti spunti di novità.
Prima di tutto l’ambientazione: non sono certamente abituato (io e credo buona parte del mondo «occidentale») ad un romanzo cinese e di ambientazione cinese, soprattutto se calato come in questo caso nella storia del paese stesso, che riveste un ruolo importante. Che dire poi dell’aspetto scientifico: Il problema dei tre corpi è davvero un romanzo di fanta-scienza (o science fiction, se preferite). Liu Cixin ha una formazione ingegneristica, ma in questo libro la fa da padrona senza dubbio la fisica, insieme a tante altre branche scientifiche e tecniche. È un tipo di fantascienza che negli ultimi anni ha preso abbastanza piede, e devo dire che non mi dispiace: del resto non si può parlare soltanto di alieni e minacce spaziali.
Ah… mi dicono però che è proprio quello di cui parla questo libro! Vero. Però ne capovolge decisamente la classica struttura, diventando per lo più un romanzo di investigazione, ricco di suspense ed anche con interessanti momenti di azione, con alcuni personaggi curiosi dal gusto quasi hard boiled.
La storia non si conclude con la fine del libro, e del resto ci sono già due sequel tradotti in Italia. Però la sospensione della storia non lascia l’amaro in bocca, e secondo me è un bel libro anche da solo. Infatti non sono certo che leggerò i prosieguo, preferisco forse rimanere con la vicenda aperta, per provare ad inventarmi un mio finale.
È stato un bel ritorno alla fantascienza, uno di quei libri che non riesci a «mettere giù» e che al contempo per me ha portato qualcosa di nuovo nel genere. Mi dispiace solo non averlo letto in inglese: se ben capisco questa è una traduzione in italiano della traduzione inglese dell’originale cinese. Un po’ troppi passaggi, forse.
Un ultimo avvertimento: cercate di non leggere il riassunto che Mondadori ha messo (almeno nella mia edizione) nel risvolto di copertina. Secondo me dice davvero troppo, e vi rovinerebbe qualche colpo di scena.
[Mondadori · 354 pagine · isbn 9788804680604]
Avevo questo libro nella mia lista di lettura ormai da mesi e non ricordavo in alcun modo dove e come ne avessi sentito parlare, né di che cosa si trattasse al di là del fatto che fosse un romanzo. Quando ho finalmente deciso di leggerlo, sono stato sopreso di scoprire di essere di fronte ad un giallo. Sono stato anche contento, perché era un bel po’ di tempo ormai che non leggevo nulla del genere, ed insieme al fatto che prima o poi in Giappone vorrei tornarci, ero davanti alla combinazione perfetta.
Tokyo Express, di un autore di cui non avevo mai letto nulla prima d’ora, non mi ha deluso. Come ogni buon giallo non si riesce a smettere di leggere, ed anche se ogni tanto qualche aspetto della storia risulta un po’ prevedibile, la struttura con il gran finale è ben fatta e del tutto piacevole.
Come la scelta della foto di copertina da parte di Adelphi può far immaginare, tutta la storia si sviluppa attorno al sistema ferroviario giapponese: una rete di trasporto molto sviluppata e sfruttata, che diventa la base per una storia di viaggi e depistaggi su rotaia. Con la tabella degli orari sotto mano, si va alla ricerca dei responsabili di un duplice suicidio che puzza subito di omicidio per chi sa guardare appena al di là delle apparenze.
Le persone tendono ad agire sulla base di idee preconcette, a passare oltre dando troppe cose per scontate. E questo è pericoloso. Quando il senso comune diventa un dato di fatto spesso induce in errore.
Uno degli aspetti della storia che ho molto apprezzato, al di là delle belle ambientazioni che mi hanno fatto tornare al mio viaggio da quelle parti, ormai parecchi anni fa, è stato il fatto che benché ci sia un personaggio che si potrebbe definire principale, l’ispettore Mihara, in realtà la storia e la soluzione del mistero si deve al lavoro anche di un’altro investigatore: Torigai Jūtarō. Quest’ultimo è più di una semplice spalla o aiutante, ma ha bensì un ruolo decisivo ed è altrettanto ben caratterizzato di Mihara, tanto che il romanzo ha quasi due personaggi principali, discostandosi dal solito cliché dell’ispettore intraprendente e che lavora da solo.
Credo che terrò a mente questo autore, per ulteriori letture che spero siano altrettanto piacevoli ed interessanti.
[Adelphi · ebook · 175 pagine · isbn 9788845979842]
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