Alce Nero è stato un «uomo della medicina» vissuto dal 1863 al 1950 ed appartenente alla tribù degli indiani Ogala. In questo libro, scritto nel 1932, racconta attraverso la scrittura di John G. Neihardt la sua vita e, in particolare, la sua grande visione avuta da fanciullo.

Nato e cresciuto durante una terribile fase di soprusi e massacri compiuti dagli invasori «bianchi», Alce Nero si sente investito, a seguito della sua visione, del grande dovere di aiutare a salvare la nazione dei nativi americani.

Erano venuti per uccidere le nostre madri e i nostri padri e noi, e quella era la nostra terra.

Per questo è testimone e partecipe di famose battaglie contro i soldati invasori, prima insieme a Cavallo Pazzo, poi con altri gruppi in seguito all’uccisione di quest’ultimo.

Per quanto questo libro possa essere stato in qualche modo «filtrato» dalla scrittura di un’occidentale, ed infatti ha suscitato qualche controversia il modo in cui ha raccontato la cultura e la religione degli Ogala, rimane comunque un fortissimo testamento e denuncia delle colpe commesse dagli invasori «occidentali» (si può dire anche se in realtà venivamo da oriente rispetto all’America?).

Ricevevamo più menzogne che bestiame, e non potevamo mangiare le menzogne.

Vedere la storia dalla parte dei vinti è spesso molto istruttivo, ed Alce Nero parla è sicuramente un libro a dimostrazione di questa teoria.

[Adelphi · 280 pagine · isbn 9788845907562]