Ultimamente mi ha un po’ preso questo interesse per l’economia, sarà forse perché mi sono imbattuto in quell’ambito, di grande moda ultimamente, della cosiddetta «finanza personale». Se si gira un po’ sul web prima o poi si potrebbe incontrare l’argomento. Sia come sia, questo libro viene sempre tirato in ballo quando si parla di questi argomenti, mi è sembrato quindi logico provare a vedere da che cosa derivi tutta questa considerazione.

Il libro è diviso in quattro parti principali (che corrispondo alle colonne del titolo), più una parte finale pratica, in cui si cercano di mettere insieme i quattro pillars per creare una serie di portafogli di investimento. I pilastri ad ogni modo sono:

  1. Teoria
    Cosa sta alla base dell’investimento, il rapporto tra rischio e prospettive di guadagno, perché anche gli esperti non riescono a valutare il guadagno futuro dei vari tipi di investimento, perché le differenze tra i vari tipi di gestione attiva sono solo dovute a fortuna e non a capacità, la diversificazione dell’investimento, eccetera.
  2. Storia
    Qui Bernstein ci porta indietro nel tempo, anche di centinaia di anni, per mostrarci come e perché si sono verificate le crisi finanziarie nella storia. Da questi avvenimenti passati si possono ottenere utili insegnamenti, non tanto per prevedere il futuro, cosa impossibile sui mercati, quando per prepararci al meglio alle evenienze negative.
  3. Psicologia
    Come la nostra mente cerca spesso e volentieri di farci prendere le decisioni peggiori ed irrazionali nel campo degli investimenti.
  4. Business (ovvero l’industria finanziaria)
    In cui si vede chi sono i «player» attraverso cui fare investimenti: broker, gestori di fondi, società di gestione del risparmio, ecc…, e quali sono i loro obiettivi. Oltre a che, soprattutto, come questi obiettivi spesso divergano da quelli del risparmiatore o dell’investitore.

C’è davvero parecchia carne in questo libro, come si vede, e nell’elenco sopra ho soltanto grattato la superficie delle informazioni che vengono presentate e discusse.

Una delle parti che più mi è piaciuta ed ho trovato interessante è l’excursus che Bernstein ci presenta sulla storia dei mercati e dell’investimento. Del resto a chi non piace leggere un po’ di storie sulle persone e sui crash di mercato spettacolari?? In generale, comunque, tutto il libro è molto interessante, con l’esclusione della parte finale in cui vengono affrontati alcuni aspetti molto americani (la tassazione, ad esempio), poco utili per un italiano od un europeo.

Escludendo la parte di cui scrivevo sopra, per cui non si può certo farne una colpa all’autore, ho trovato questi Four Pillars davvero interessanti ed approfonditi, in una lettura scorrevole e non troppo tecnica, direi accessibile anche da chi, come me, ne sa poco sulla materia. Credo che un po’ di conoscenza finanziaria non possa che fare bene a tante persone (io per primo), visto che tutti i rapporti dicono che noi italiani siamo davvero carenti in questo campo.

PS: questo libro c’è anche in italiano, edito da Gribaudi.

[McGraw-Hill · ebook · 352 pagine · isbn 9780071759175]