Metà della comicità la fanno i tempi, o almeno così dicono i bene informati (io non sono esperto, mi fido). Probabilmente quello che mi manca nella lettura di romanzi comici è proprio questa componente: non riesco a leggerli dando i tempi giusti. Per cui raramente rido, alle volte mi annoio. È stato un po’ il caso di questo romanzo, assolutamente grottesco e fuori da ogni logica, e questi ultimi sono stati invece gli elementi che ho più apprezzato.
La storia. Che poi a chiamarla «storia» fa anche un po’ ridere già solo così. Siamo in compagnia di un gruppo assortito di «bandidos» sudamericani: trafficanti di droga, avvezzi a lussi, stravizi ed esplosioni. Finché un giorno, il bandido protagonista rimane folgorato dai libri di fisica quantistica che rubano ad un emerito professore universitario americano. Da quel momento, man mano che il nostro si addentra nello studio della difficile materia, tutto si inizia a collegare in modo «magico» (e con l’aiuto di qualche droga) tra l’etica bandidos ed il mondo delle particelle subatomiche. Finché la necessità di saperne di più non diventa così forte, che non rimane che partire per gli Stati Uniti per poter parlare di persona con l’emerito professore, e raccogliere direttamente la sua versione sul mondo della meccanica quantistica.
Non vorrei essere accusato di calunnia, ma secondo me le droghe strane non hanno girato solo dentro il romanzo! 😅 L’idea di Cosmic Bandidos è davvero fuori di testa, e certe trovate sono davvero notevoli. Solo, oltre alla mia deficienza nella lettura di romanzi comici, peccato per la ripetitività della formula nella seconda parte del libro.
[Marcos Y Marcos · 285 pagine · isbn 9788871688480]