In India, durante il dominio coloniale e proprio all’inizio della protesta non violenta di Gandhi, iniziano a verificarsi una serie di omicidi tra loro legati dalla modalità, ma che per il resto non sembrano avere altri punti in comune. Il primo di questi omicidi viene visto quasi in diretta dal capitano Sam Wyndham, inglese della polizia di Calcutta, mentre indugia in un suo «passatempo» di sicuro poco adatto ad un poliziotto: fumare oppio, verso cui ha sviluppato una dipendenza.
Caso vuole che sarà proprio il capitano Wyndham ad essere chiamato ad investigare sugli omicidi, insieme al suo collega indiano. L’indagine sarà complicata, oltre che dalla dipendenza del protagonista, anche dalle crescenti tensioni tra indiani ed inglesi e dall’interessamento non proprio favorevole della polizia militare britannica.
Leggere Fumo e cenere presenta tutti i tratti più classici che rendono piacevole un giallo/thriller: quel coinvolgimento che ti fa leggere sempre un capitolo in più, anche quando dovresti dormire perché la mattina si avvicina. Rimane comunque un romanzo piacevole, ma niente di più. Anche l’ambientazione storica è interessante ma, almeno per quello che mi riguarda, non ha aggiunto grandi informazioni a ciò che già sapevo (abbastanza poco) su quel periodo storico in India.
[Feltrinelli · 296 pagine · isbn 9788807896491]